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Addio Gigi Proietti: figura della romanità per eccellenza

gigi proietti citazioni

In quello che tutti noi riteniamo l’annus horribilis, non poteva che aggiungersi un’altra notizia dolorosa. Questa mattina, in una clinica privata romana, ha lasciato questo mondo Gigi Proietti. Difficile, anzi quasi impossibile, raccogliere in poche parole tutto quello che ha rappresentato il celebre attore romano. Una figura iconica dello spettacolo, del teatro, della televisione, del cinema, della fiction televisiva e anche della comicità. Lui, nato a Roma e deceduto a Roma rappresenta più di ogni altro la Capitale, anzi il teatro popolare della Roma metropoli.

Gigi proietti attore

Nato il 2 novembre del 1940 da Romano Proietti e Giovanna Ceci, Luigi, dopo aver vissuto in via Sant’Eligio, scopre una forte passione per la musica e in particolare per chitarra, pianoforte, fisarmonica e contrabbasso. Da giovane, traendo spunto dai personaggi della città, si esibisce nelle feste degli studenti e nei bar all’aperto per mantenersi agli studi. Poi casualmente si iscrive al Centro Teatro Ateneo e diventa allievo di personaggi di spicco come Arnoldo Foà, Giulietta Masina e Giancarlo Sbragia. La sua vita giovanile è scandita fra l’Università di legge, le lezioni di teatro e le serate di intrattenimento ai night club. Lasciata l’Università si iscrive a un corso di mimica del Centro Universitario Teatrale di Giancarlo Cobelli. Qui fa varie prove e comparse, fino alla grande occasione del 1970, quando deve sostituire Domenica Modugno nel ruolo di Ademar per la commedia musicale “Alleluja brava gente” di Garinei e Giovannini. Intanto, già negli anni dal 1965 al 1970, con il Gruppo Sperimentale di Calenda o senza si dedica al dramma teatrale: “Il mercante di Venezia“, “Le mammelle di Tiresia“, “Il misantropo” (Moliere) e “Il dio Kurt“.

Gigi Proietti teatro

Proprio davanti al palcoscenico inaugura e raggiunge la fama come “One-Man-Show“. Fra monologhi, dialoghi, canzoni, imitazioni, battute e show musicali intrattiene gli spettatori, accumulando successi a manetta. È quel “A me gli occhi, please” a farlo conoscere a Roma e all’Italia. Lo spettacolo sarà poi riproposto nel ’93, ’96 e nel 2000, con la memorabile performance allo Stadio Olimpico. Ancora oggi questo dramma-comico rappresenta uno dei punti più alti del teatro ludico fatto con qualità artistica.

Perché proprio nella mimica facciale, nella capacità emotiva e di immedesimazione, nella gestualità, nella celebre risata allargata e nell’interazione con il pubblico che emergono tutte quelle qualità di Proietti che nessuno potrà più raggiungere.

Il laboratorio di Esercitazioni Sceniche a Roma

Come disse lui, riprendendo Gassman – “Ho insegnato loro tutti i miei difetti. Ne sono tanti, ma non c’è un mio erede ed è giusto così” – oltre agli spettacoli teatrali, il comico romano si cimenta poi nella direzione artistica del Teatro Brancaccio di Roma, con la nascita del suo laboratorio di Esercitazioni Sceniche. Ed è qui che nasce la figura di Proietti “padre” dei grandi volti comici della romanità di oggi: Enrico Brignano, Flavio Insinna, Giorgio Tirabassi, Rodolfo Laganà, Paola Tiziana Cruciani, Gabriele Cirilli e tantissimi altri. Questi attori e personaggi della TV odierna senza i grandi insegnamenti del maestro “Proietti” forse non sarebbero diventati ciò che sono.

Gigi Proietti Genio

Ma l’artista presto divampa dal solo teatro ed è chiamato a coprire ruoli in televisione e nel cinema. Prima di parlare del celebre Bruno Fioretti, sarà il caso di ricordarci l’ultimo capolavoro prima di morire: Aladdin. Non come regista né come attore, ma come doppiatore. Un successo che grazie al lavorio pirotecnico dell’attore romano fu incredibile. A tal punto che ancora oggi, quando pensiamo, al Genio lo associamo subito a quel vocione simpatico e ironico che l’ha contraddistinto.

Gigi Proietti Aladdin

Il successo è stato tale che sempre lui fu prescelto per il doppiaggio dello stesso personaggio in “Il ritorno di Jafar” e “Aladdin e il re dei ladri”. Ma non finisce qui, perché nel 2019, la Disney lo richiama a gran voce per impersonificare la voce del Sultano nel live action lanciato nel maggio del 2019.

E il genio delle famosissima fiaba della Disney è solo l’ultimo di una carriera irrepetibile, prestando la voce sua ad attori del calibro di  Robert De Niro, Sylvester Stallone, Richard Burton, Richard Harris, Dustin Hoffman, Charlton Heston e Marlon Brando, più inoltre George Segal in “Tenderly” di Franco Brusati, Michel Piccoli nel Diabolik di Mario Bava e infine “Rocky” doppiando Sylvester Stallone. Insomma come si può ben vedere c’è l’imbarazzo della scelta.

Gigi Proietti film: Mandrake e barzellette

E poi arriviamo al momento forse più alto della sua carriera nel cinema comico e più in generale italiano. È il 1976 quando Steno fa uscire sul grande schermo la commedia: “Febbre da cavallo“. La storia è quella di tre squattrinati di Roma con la passione per le scommesse ippiche. Pur di giocare i tre protagonisti inventano scherzi, furbate e truffe per puntare sui cavalli vincenti. Qui nasce il personaggio di Bruno Fioretti, detto Mandrake (dal celebre fumetto) , che rappresenta il trasformista e il burlone capace con arguzia di raggirare le persone. Da cui l’espressione “per anotonomasia” la mandrakata.

Dopo un po’ di alti e bassi nei decenni Ottanta e Novanta, dove fa l’attore e regista in film di discretto successo di pubblico, viene chiamato dal figlio di Steno (Carlo Vanzina) per “Febbre da cavallo – La mandrakata“. Con questa pellicola vince il Nastro d’argento come miglior attore protagonista.

Poi da gran “barzellettiere” qual è sempre stato, nel 2004 i Vanzina gli propongono un ruolo centrale in “Le barzellette” (2004), dove rimette insieme un canovaccio di sue barzellette televisive. Quindi prosegue con l’attore comico-simpaticone in “Un’estate al mare“, “Un’estate ai Caraibi” e “La vita è una cosa meravigliosa“. Prosegue dopoo il 2010 con “Tutti al mare” di Matteo Cerani (remake del “Casotto” di Sergio Citi”, dove era stato grande protagonista) , fa una parte in “Indovina chi viene a Natale” di Brizzi, poi “Ma tu di che segno 6“.

Fiction TV e serie TV: maresciallo Rocca e non solo

Nelle fiction TV il suo successo migliore deriva sicuramente dalla recitazione come maresciallo Rocca. Un uomo dell’arma vedovo e con tre figli alle prese con pericolose indagini, le vite dei suoi cari e l’amore per la bella farmacista Sandrelli. Le puntate vanno in onda dal 1996 al 2005, ottenendo un successo strepitoso. Segno che l’artista Gigi era altroché poliedrico. Capace di reinventarsi in ruoli nuovi. Dando loto un tocco di finezza e compostezza, senza dimenticare la simpatia e l’arguzia romana che da sempre l’ha contraddistinto.

Infatti anche qui la sua carriera fu infinita. Dopo anni e anni, cioé, nel 2010 interpreta San Filippo Neri in “Preferisco il Paradiso” (Rai 1). Poi recita nella mini serie “Il signore della truffa” nel ruolo di Federico Sinacori. Ancora Bruno Palmieri con “Una pallottola nel cuore” in quattro puntate e poi rilanciate più volte dal 2014 al 2018.

Citazioni Gigi Proietti

Insomma Luigi Proietti è stato e rimarrà uno spartiacque fondamentale del teeatro, della TV, del cinema italiano. Noi ci siamo limitati a ricordarvi alcune dele tappe fondamentali di una carriera longeva e dinamica. Ma ha anche scritto due libri “Tutto sommato. Qualcosa mi ricordo” (Milano, Rizzoli, 2013) e “Decamerino. Novelle dietro le quinte” (Milano, Rizzoli, 2015).

Ha seguito anche il mondo della poesia e quello della musica, provando ogni volta le proprie capacità in ogni arte.

Questo è quello che ha fatto grande Gigi Proietti. La sua duttilità artistica la sua capacità di fondere l’arter teatrale con il cinema moderno. La sua abilità a saper far ridere di gusto e con intelligenza, senza dimenticare il pathos e la drammaticità della nostra vita.

Ed ecco perché oggi, nel giorno della sua dipartita, vogliamo ricordarlo con massime che fanno ridere di gusto e riflettere. Lui campione di una romanità raffinata, compiaciuta, mai troppo “trash” e nemmeno celata. Uno che amato la propria città fino all’ultimo, tanto da lasciarlo solo l’ultimo giorno di vita.

Così del romano e di Gigi, uomo di spettacolo nazionale, abbiamo scelto le citazioni più significative:

  • Potrei esserti amico in un minuto, ma se nun sai ride mi allontano. Chi non sa ride, mi insospettisce.
  • Anche voi, non prendete fischi per fiaschi, solo questo è un fischio maschio senza raschio!
  • Benvenuti a teatro, dove tutto è finto, ma niente è falso.
  • La comicità è una questione complessa, non basta mettere in scena una cosetta simpatica per guadagnarsi gli applausi.
  • Dalla crisi non si esce con l’odio, la rabbia: quelle sono solo le conseguenze. La soluzione, invece, è l’amore, e il far tornare di moda le personeperbene.
  • Roma se riposa, perché ne ha diritto, è stanca.
  • Ma allora Roma è sintesi de che? A coso… Roma è sintesi de tutto.